Articoli e Pubblicazioni - Mauro Salizzoni

Senza il Parco della Salute le nostre eccellenze andranno altrove. Sì ad interventi per la sicurezza,
ma programmando il futuro.

Mauro Salizzoni, “il mago dei trapianti di fegato”, in questa biografia racconta tutte le sue passioni: il bisturi e la sala operatoria, la formazione tra Parigi, Hanoi, Bruxelles e Pittsburgh, i tremila trapianti realizzati all’ospedale Molinette di Torino (dove ha diretto fino al 2017 il Centro Trapianti di fegato), la famiglia e le origini eporediesi (è nato a Ivrea), il cronometro e le gare agonistiche (in particolare la corsa Ivrea-Mombarone, della quale non ha mai perso un’edizione), la politica negli anni della gioventù e l’impegno istituzionale nell’attuale ruolo di vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

Figura storica della sinistra torinese, il re dei trapianti Mauro Salizzoni racconta una vita di battaglie, gare, ricerche e delusioni. «Volevo correre da Sindaco ma…»

Sebbene la pandemia si sia manifestata una settimana dopo il Veneto e la Lombardia, il Piemonte non è riuscito ad agire da subito per contenere i contagi e per gestire i malati, ritrovandosi all’improvviso

Il Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione non sarà una sorta di Molinette 2, ma un’infrastruttura strategica che favorirà la ripartenza economica, un’imperdibile opportunità per il rilancio urbanistico, nonché l’occasione per ridisegnare l’intera rete sanitaria ospedaliera. A cominciare dal potenziamento del San Giovanni Bosco, affinché Torino Nord possa contare su una struttura all’altezza con tanto di reparti materno-infantili. Torino, come è stato per Pittsburgh, deve riprogettarsi partendo dalla sanità, dalla ricerca, dall’innovazione. Costruire ospedali, dotati di attrezzature di ultima generazione, dove si fa anche ricerca medica e tecnologica, cui affiancare una medicina di territorio capillare ed efficace in grado di rispondere alle domande di salute dei cittadini, a cominciare dalle cronicità e dalle non-autosufficienze.

Mauro SALIZZONI

(12.09.20) Costruire moderni ospedali, che concentrino le alte complessità, con attrezzature di ultima generazione, dove si fa anche ricerca medica e tecnologica. Lo ha fatto Pittsburgh, una città riprogettata partendo dalla salute, lo può fare Torino.

Prefazione di Mauro SALIZZONI

All’improvviso il Piemonte si trova ad essere il fanalino di coda della pandemia da Covid19. I dati dicono che al momento siamo la Regione con la maggior crescita di contagi, nello Stato con più morti al mondo1 per Covid. In questa situazione, oggi lunedì 4 maggio 2020, interrompiamo il lockdown non perché ce ne siano le condizioni oggettive, ma perché non è più possibile tenere le persone chiuse in casa, dal momento che senza lavoro non si può vivere. La Cina ha fermato il contagio con un lockdown più lungo e più severo del nostro. Nelle zone rosse nessuno usava l’auto. Al lockdown hanno aggiunto una convalescenza di tre settimane, che noi stiamo saltando. Questo rapporto è stato elaborato dall’ing. Valerio Operti, con il contributo dell’ing. Marcello Boella e del dott. Alessandro Ferretti, che ringrazio di cuore per il loro prezioso regalo. Per spiegare lo scopo di questo report, mi piace usare le parole della virologa Ilaria Capua sul Corriere della Sera di domenica 3 maggio: “C’è bisogno di consapevolezza su come ognuno può contribuire a rallentare il contagio e a proteggere le porzioni della popolazione più a rischio di sviluppare la forma grave. E di una nuova mappa mentale per orientarsi nella propria vita, nei propri percorsi di ogni giorno. Ognuno di noi deve immaginare quali sono i comportamenti da evitare a partire dal rimanere a casa se non ci si sente tanto bene (e qui mi riferisco soprattutto ai tanti pendolari giornalieri e settimanali) al non promuovere e allo scoraggiare raggruppamenti di persone che possono passarsi l’infezione in maniera efficace. Insomma, muoversi un po’ di meno, muoversi in maniera intelligente. Essendo consapevoli che Covid-19 può essere completamente asintomatico anche in noi stessi e che quindi possiamo essere anello di congiunzione fra mondi paralleli come le case di riposo”.

(15.04.20) Mauro Salizzoni, il “mago” europeo dei trapianti di fegato di Torino e oggi vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte (Pd), usa uno degli insulti più sprezzanti del dialetto piemontese, “vagabondo”, per ribattezzare quello che lui giudica l’errore più grave del centrodestra subalpino sul coronavirus.

(11.04.20) Pensare il “dopo” per Torino, credo voglia dire ripartire dalla sanità. Realizzare nuovi, moderni ed efficienti ospedali, mettendo gli operatori sanitari nelle condizioni di lavorare in strutture sicure.

(04.04.20) Bisognerebbe allargare lo sguardo a tutta la Regione, per evitare di concentrare i pazienti su Torino.

(31.03.20) Nel giro di pochi giorni alla Città della Salute di Torino sono stati effettuati otto trapianti di fegato e di reni. Il tutto in un ospedale impegnato nella guerra contro l’epidemia.

(27.11.19) Il 30 ottobre è stato presentato a Milano il MIND (Milano Innovation District) che nell’area EXPO costituirà con Università, ospedali e lo Human Technopole un’"quartiere del futuro’ dedicato alla ricerca multidisciplinare sulle scienze della vita. A Torino, nella zona ex Fiat Avio, è programmato il Parco della Salute.